Pilgerfahrt: La prima intuizione

La prima intuizione è sempre quella giusta. Troppe volte lasciamo che sia il pensiero a distoglierci dalla realtà che percepiamo attorno a noi, restando succubi di decine di ragionamenti inutili, sterili e fuorvianti. E così la prima decisione, quella corretta, viene abbandonata per un diversa, se non sbagliata di sicuro meno corretta. Quello che determina questa situazione è la nostra incapacità di ritenere possibile un evento dopo una brevissima analisi. Eppure al primo sguardo, al primo istante, avevamo scelto in modo corretto.

Come scriveva, giustamente, Friedrich Nietzsche: “La «ragione» è la causa per cui falsifichiamo la testimonianza dei sensi”.

Quanto sarebbe più semplice la nostra esistenza se tornassimo ad essere più simili alla nostra forma primitiva rispetto a quella, cosiddetta, evoluta?

In nessun luogo del pianeta vedo esseri umani realmente liberi. Trovo solo diverse gradazioni di schiavitù che tengono incatenate la vera natura dell’umanità. Offuscati dalla «ragione» i piccoli ominidi cercano di raggiungere libertà velleitarie che non faranno altro che portarli sempre più a fondo, nell’oceano buio dell’inesistenza. E’ inevitabile. O almeno continuerà ad esserlo fintanto che ignoreremo le nostre primissime intuizione durante il giorno.

La miglior prova per rendersene conto è tornare laddove si è fatto un grosso errore tempo prima, sedersi lì e rivivere la primissima sensazione, quella che si è deliberatamente ignorata, dopo di che riflettere su tutti i danni causati da quel semplice errore.

(vista del Cupolone da Via Pietro Pomponazzi, 2017)

Pilgerfahrt: Facemo bene adesso ch’avemo tempo

A prima vista potrebbe sembrare una etichetta qualsiasi, attaccata alla porta di un appartamento. Subito sotto allo spioncino. La foto è del Settembre 2016.

Come di consueto c’è sempre qualcosa dietro ad ogni cosa!

Il motto viene attribuito a San Paolo, ma in tempi relativamente più recenti (1587) venne ripreso da fra’ Albenzio De Rossi, di origine calabrese, che, dopo anni spesi ad aiutare i bisognosi, giunse a Roma portando con se un’immagine della Madonna con bambino, pare di origine ellenica. Alcuni anni dopo la morte del frate cominciarono a verificarsi dei miracoli attribuiti proprio a codesta immagine, al punto che i suoi confratelli eressero la chiesa della Madonna delle Grazie in Porta Angelica (Porta Angelica ovviamente era la locazione del luogo di culto).

Detta chiesa venne poi abbattuta nel 1939 e la Madonna con bambino, insieme ad altri arredi, vennero trasferiti nella nuova Santa Maria delle Grazie al Trionfale, nell’omonima piazza romana che divide via Angelo Emo da via Candia.

Foto della Chiesa dell’aprile del 2022.

Pilgerfahrt: I tramonti a Trevignano Romano

Reduce da quasi 8 anni e mezzo passati a Roma restano indelebili centinaia, migliaia probabilmente, di immagini. Sono diapositive di alcuni angoli di mondo prima sconosciuti, coi loro colori… ma anche coi loro suoni e profumi. Pur ritornando nella propria terra non si può fare a meno di provare nostalgia per quanto di bello si è trovato in quel lasso di tempo che doveva essere infinito e che invece si è dimostrato finito. Non tutte le cose si possono prevedere, non tutti gli imprevisti possono essere considerati a priori… anche nei migliori piani di battaglia vi sono sempre delle falle, resta da vedere se durante lo scontro queste verranno alla luce o meno… la differenza tra una vittoria ed una sconfitta spesso passa per una linea talmente sottile da tirare in ballo il concetto di “fortuna”. In questo la vita quotidiana non è per nulla diversa dalla guerra.

E nell’impossibilità di comprendere a pieno queste due situazioni, la vita e la guerra, si riassume la caducità della nostra natura di esseri umani. Il resto sono belle parole e utopistici propositi da raccogliere nel Reader’s Digest.

“La «ragione» è la causa per cui falsifichiamo la testimonianza dei sensi. In quanto mostrano il divenire, il trapassare, il mutamento, i sensi non mentono… Ma Eraclito avrà eternamente ragione di affermare che l’essere è una vuota finzione. Il mondo «apparente» è l’unico mondo; il «mondo vero» è solo un’aggiunta menzognera…” (Friedrich W. Nietzsche)

La pace interiore viene generalmente dalle piccole cose, dalle piccole gioie, dalle piccole scoperte e dalle piccole visioni. Come l’osservare la luce del sole al tramonto che si riflette sulle acque di un fiume o, come in questo caso, di un lago. A nord di Roma si trova il lago di Bracciano, sulle cui rive ci sono tre località significativamente belle: Bracciano (a sud-ovest), Anguillara Sabazia (a sud-est) e Trevignano Romano (a nord). Tre luoghi in grado di generare emozioni positive di diversa tipologia ed entità. Difficile posizionarli su un podio per deciderne il vincitore… ma in fondo perchè farlo? E’ davvero così importante classificare tutto? Stabilire per ogni cosa un coefficiente di rilevanza. Non credo…

Ad ogni modo se dovessi scegliere in quale dei tre paesi guardare il tramonto indicherei, senza ombra di dubbio, Trevignano Romano. Forse per il suo caratteristico lungo-lago, quella della foto che si vede qui sopra, con la sua lunga camminata disseminata di allegri locali e ristoranti. Forse per la sua capacità di trasportarmi indietro nel tempo, seduto su di una panchina a guardare un tramonto di epoche passate. Forse per la spensieratezza dello sedersi ad un tavolo a mangiare pesce di lago in tranquillità, sorseggiando vino bianco guardando i colori del cielo e del lago cambiare progressivamente col passare dei minuti… lasciando all’arrivo della sera il compito di riportarmi alla realtà delle cose… il compito di risvegliarmi dal sogno.

E la luce delle stelle, o della luna, riflessa sul lago ha l’arduo compito di portare con se le domande più tipiche di ogni risveglio: quello che è finito pochi istanti fa era davvero un sogno? Quelle cose che ho visto sono davvero irreali? Non posso dunque allungare la mano e toccare tutta quella bellezza se non richiudendo gli occhi un’altra volta? Non è forse meglio dunque dormire in eterno per poter in eterno sognare?

E forse così dovrebbe essere. Un sogno eterno, a tratti lucido.

Ho attraversato le ere del mondo all’ombra dei Monti Sabatini, fino a vedere i vulcani risvegliarsi… e Bracciano tornare una caldera… l’acqua tornare fuoco e la terra rimischiarsi con l’aria. Ho vissuto milioni di anni in un istante e quell’istante ha avuto il sapore di una vita vera, mentre tutto attorno a me diventava grigio e freddo. Ma non lì… non in quel luogo di pace interiore. E senza bisogno di scavare troppo a fondo nelle energie della terra… sotto di noi la dimora nostra e sopra di noi la dimora altrui.

Il pesce ed il vino saranno stati reali?

Pilgerfahrt: Il cielo di Roma a Novembre

Il 2017 è stato un anno di profondo cambiamento, talmente forte ed improvviso da portare con se gli effetti di un uragano tropicale… le nubi e la tempesta possono avere il loro fascino quanto le si guarda a distanza… ma quando ci sovrastano diventano terrificanti. E con un errore di valutazione ci si può ritrovare in men che non si dica nell’occhio del ciclone, in balia di una malvagia divinità marittima assetata di vendetta, rabbiosa e rancorosa nella sua estenuante bellezza.

Ma sono cose che non sempre si possono comprendere a priori. Anzi… quasi mai.

Dunque, ignaro, me ne camminavo per le strade di Roma, la mia patria adottiva, avvolto nei miei pensieri. Cercando di prendere una decisione che di sicuro avevo già maturato, ma che ancora non avevo esteriorizzato. Allora ancora giravo per la città, senza quel torbido malessere che qualche anno più tardi mi avrebbe allontanato da tutto. Vivevo Roma e non vedevo nulla di diverso nel mio futuro. Questo perché vedevo un futuro.

Per un qualche motivo ero arrivato sino alla Piazza di Santa Maria Maggiore, la dove si incontrano il Rione Monti ed il Rione Esquilino. Forse dovevo incontrare qualcuno o forse avevo accompagnato qualcuno in giro per la città… ora non ricordo bene.

Mi godevo, come sempre, le meravigliose luci del tramonto romano, le sfumature del cielo della capitale e quell’eterno vociare e rumoreggiare di mezzi e genti. Avevo la consapevolezza di star vivendo qualcosa di unico ed al contempo eterno. Tramonti sempre diversi eppure con tonalità similari, sempre talmente belli da meravigliare eppure ormai famigliari.

Con quelle luci qualsiasi cosa poteva assumere un connotato poetico, anche un cartello di senso vietato all’imbocco di una strada, se non erro proprio via di Santa Maria Maggiore… imboccata per raggiungere via Cavour e scendere verso il Colosseo.

La tempesta era ancora lontana… e tutto era ancora possibile.