Gedichte: The Way through the Woods

They shut the road through the woods
Seventy years ago.
Weather and rain have undone it again,
And now you would never know
There was once a road through the woods
Before they planted the trees.
It is underneath the coppice and heath,
And the thin anemones.
Only the keeper sees
That, where the ring-dove broods,
And the badgers roll at ease,
There was once a road through the woods.

Yet, if you enter the woods
Of a summer evening late,
When the night-air cools on the trout-ringed pools
Where the otter whistles his mate,
(They fear not men in the woods,
Because they see so few.)
You will hear the beat of a horse’s feet,
And the swish of a skirt in the dew,
Steadily cantering through
The misty solitudes,
As though they perfectly knew
The old lost road through the woods.
But there is no road through the woods.

(Rudyard Kipling)

Volksgeist 03/02/24

Napoleone I, la cui carriera ebbe il carattere di un duello contro l’Europa intera, disapprovava il duello fra gli ufficiali del suo esercito. Il grande imperatore militare non era uno smargiasso e aveva poco rispetto per la tradizione.

(Joseph Conrad)

Lesungen: Nouvelle-France

In ogni epoca storica ci sono alcuni eventi che hanno segnato dei veri e propri punti di svolta destinati a cambiare per sempre la storia dell’umanità. Se analizziamo gli ultimi tre secoli di storia il vero punto di svolta è collocato il 10 febbraio 1763 quando la Francia dovette cedere il Canada alla Gran Bretagna, segnando per sempre la fine della Nuova Francia, ossia del colonialismo francese in Nord America. Senza questo passo fondamentale, epilogo della Guerra dei Sette Anni, molte cose non sarebbero accadute. In primo luogo la Rivoluzione Americana del 1776 difficilmente avrebbe avuto corso. La stessa Rivoluzione Francese, figlia della crisi economica patita dopo la sconfitta nel predetto conflitto, non ci sarebbe stata. Il ruolo della Prussia nei territori tedeschi sarebbe rimasto più controllato ancora per qualche decennio, il tutto a favore della corona di Vienna. Il signor Washington sarebbe rimasto un colonnello sconfitto di un esercito sconfitto, rintanato nelle “Tredici Colonie” nella speranza di non essere spazzato via da un esercito francese vittorioso. Qualche decennio dopo il signor Bonaparte sarebbe probabilmente diventato un ufficiale di successo di un esercito francese fedele al re e impegnato in chissà quale fronte coloniale (magari nell’India Francese). Una conclusione differente della Guerra dei Sette Anni avrebbe visto la Gran Bretagna allontanata dall’India e forse il signor Kipling sarebbe nato in Australia e avrebbe scritto pagine memorabili sugli Aborigeni. La volontà di potenza della Prussia sarebbe rimasta esorcizzata ancora per diverso tempo rendendo una unificazione tedesca ai danni di Vienna realizzabile con almeno 50 anni di ritardo. L’Ottocento non sarebbe mai diventato il secolo del Risorgimento e forse ancora oggi ci sarebbero molte più “teste coronate” in giro per l’Europa.

La Nuova Francia fu un’esperienza coloniale molto diversa rispetto a quella delle altre potenze nello stesso periodo. L’assalto al Nuovo Mondo vide la Spagna e il Portogallo misurarsi con i grandi imperi dell’America centro-meridionale, mentre la Francia, la Gran Bretagna e l’Olanda (in misura significativamente minore) si impegnarono nell’America settentrionale. Al Nord non esistevano né grandi imperi né popolazioni coese e culturalmente complesse, gli Indiani vivevano una vita molto semplice, ma ben radicata nel territorio. La Gran Bretagna insediò subito lungo la costa delle colonie di popolamento entrando in aspro conflitto con le popolazioni locali di cui si cercava di espropriare la terra. La Francia, partendo dal Canada a Nord e da Biloxi nel sud, strutturò invece una grande colonia di sfruttamento commerciale basata su una serie di forti costruiti in mezzo a territori sterminati. La presenza di coloni francesi era limitata e gli scontri con le popolazioni locali erano sensibilmente meno frequenti rispetto a quanto accadeva con gli Inglesi; il governo francese sapeva che per controllare una colonia così vasta non poteva fare a meno dell’apporto delle popolazioni locali, le quali vennero integrate nella struttura sociale della colonia. All’apice della colonizzazione francese più di metà degli attuali Canada e Stati Uniti era sotto il controllo della Francia e dei loro alleati Indiani e molte grandi città del continente furono fondate proprio come forti e stazioni commerciali francesi. Alcuni esempi? Montreal e Quebec, Detroit e Pittsburgh (allora Fort Duquesne), St. Louis e New Orleans, Jacksonville (allora Fort Caroline) e Mobile, Baton-Rouge e Memphis (allora Fort de l’Assimption), Kansas City (allora Fort Cavagnial) e Chicago.

Nonostante l’economia fiorente della Nuova Francia, la disparità di popolamento rispetto alle colonie britanniche avrebbe giocato un ruolo fondamentale durante la Guerra dei Sette Anni. I Francesi e i loro alleati (gli Abenachi e i Mi’kmaq) inizialmente ottennero una serie di vittorie sulle impreparate truppe britanniche, ma dal 1758 il governo di Londra intensificò gli sforzi armati nelle colonie spazzando via un forte dopo l’altro e conquistando le principali città francesi. Nel 1763 tutta la Nuova Francia era caduta sotto il controllo “relativo” della Gran Bretagna. Ancora oggi persistono tracce del passaggio francese in terra americana. Oltre alle città che abbiamo citato prima resta una forte identità francofona in Quebec e nel Nuovo Brunswick,entrambe regioni dell’attuale Canada. Ci sono luoghi e cose che devono il proprio nome ai grandi che servirono in queste terre per conto dei sovrani di Francia, ad esempio:

–Tontitown in Arkansas prende il nome da Enrico Tonti, Italiano al soldo dei Francesi che fu tra i fondatori di Detroit, morto a Mobile in Alabama nel 1704.
-il lago Champlain negli stati del Vermont e di New York prende il nome da Samuel de Champlain che lo scoprì nel 1609.
-la casa automobilistica Cadillac prende il nome dal celebre esploratore Antoine Laumet de La Mothe signore di Cadillac, che fu governatore della Louisiana.

Scena tratta dal film “L’ultimo dei Mohicani”