Sturm und Drang: Necrologi

Hubert: Hai ancora qualche collega dei vecchi tempi?


Momò: A parte quelli morti, gli altri sono tutti vivi.

Sturm und Drang: Veleno

Sei stato avvelenato…

La pelle ti si spacca e il sangue esce e macchia la terra bianca…

Sangue dalla bocca…

Sangue dagli occhi…

Ma sei tranquillo…

Sai che stai per morire…

Ma lei ti accarezza amorevolmente i capelli…

Non ti svegliare viaggiatore…

Sogna…

Muori…

E sorgi a nuova vita…

Sangue chiama sangue…

Per il sangue e con il sangue…

In eterno…

Sturm und Drang: Le ore dei morti

Tic tic tic… tic

Tic… sono le 3 e stai dormendo, sono le tre e stai… tic… tic… sto dormendo? Sto sognando?

Tic… sono sveglio e guardo il soffitto… tic… tic… è l’insonnia!

Tic tic… sono le 4 e ancora respiri, in silenzio, con vergogna e parsimonia… tic… respiri.

Tic tic tic… hai sognato? Hai accarezzato un sogno? Tic… 4 e 30 minuti, nell’oblio del tic…

Tic tic… perché questo orologio non fa tac e toc? Domande… tic…

Sono le 5, tic… non dormirai mai più… tic tic tic… a che serve dormire quando non si è vivi?

Tic… tic… tic… luce dalle finestre. L’alba non ti porterà risposte. Tic…

Dicevi che ti saresti riposato da morto, ora sai che non è così.

Sturm und Drang: Senza sosta

Ho camminato per le foreste ascoltando il richiamo degli spiriti del passato.

Ho sentito sussurrare le storie degli antichi popoli, dei continenti dimenticati e delle città perdute.

Tutto attorno a me si sono fatti gli spiriti dei morti e l’eco dei loro racconti a riempito le pagine della mia anima.

Sturm und Drang: Catacomba

Il luogo dei morti è sotto alla casa, essi non vi riposano poiché essi non hanno bisogno di riposo. Essi aspettano, vivendo la morte con rassegnazione, che qualcuno scenda le scale per il sotterraneo. Che qualcuno sia così impavido da scendere al loro cospetto.

Con la torcia in mano, un gradino alla volta, accompagnato dalla riverenza e dalla cautela, non emettendo rumori, neppure per respirare. Si scende da loro per avere consiglio, per ascoltare le loro storie e raccontare le proprie. Si partecipa al loro essere vigili in questo mondo addormentato.

Vivono e respirano più di quanto voi abbiate mai vissuto e respirato.

Sturm und Drang: Errori notturni

Senti la mano sulla spalla in piena notte, delicata… leggera… come se non volesse svegliarti, o almeno finge che sia così, mentre in realtà quello che vuole è proprio destarti dai tuoi sogni. Sa che stavi riposando tranquillo e questo non lo può permettere… no, tu devi restare vigile, attento, sveglio assieme a lei. Perchè fosti tu a risvegliarla dal suo sonno! Tu la evocasti incautamente…

Oh, quando i maestri dicevano di fare attenzione, quando i maestri dicevano di non compiere certi riti… non avevano forse ragione? Si che l’avevano… ma tu non volevi ascoltarli. Sapevi che avevano ragione, ma dovevi fare di testa tua. Ed ora lei è qui… non sai neppure come ricacciarla nelle tenebre. Del resto neppure la notte in cui l’evocasti volevi chiamare lei…

Gli errori… già gli errori si fanno… e si pagano. Il prezzo della spavalderia può essere l’insonnia eterna, l’eterno dolore, l’eterna illusione e la carezza di chi ti sta svuotando dentro. E’ in quei momenti che l’eterno riposo della morte perde il suo cupo terrore.

Sturm und Drang: Elogio dell’ultima parola

Un’immagine nitida nella mente del viaggiatore: la mano che affonda nel terreno, che cerca tra le foglie cadute e trova infine le radici dell’albero. E l’albero che aiuta il viaggiatore a rialzarsi, a fare un tratto di strada in più. Fino all’albero successivo.

Un’azione di mutuo soccorso può avvenire solo laddove il cuore puro venga riconosciuto dalla natura circostante. Per il malvagio, per l’infido non vi è possibilità di salvezza alcuna. La natura stessa, nella sua brutale semplicità, mette a posto i torti di coloro che camminano per il mondo.

Per questo gli uomini temono la natura, la demonizzano, la vedono come qualcosa di esterno, primitivo ed incomprensibile. L’uomo si rifugia nella velleità delle scienze umane, ma è la natura ad essere perfetta. E’ la natura ad avere sempre e solo l’ultima parola.

Sturm und Drang: Questione di rispetto

Mi chiamo Charly Matteï e sto per ucciderti, a viso scoperto. È una questione di rispetto. Devi sapere chi ti uccide e devi sapere perché muori. Lo sai perché muori Bastian?

Non si fanno i conti con il passamontagna, è come spedire lettere senza mittente. È un assassinio, capisci la differenza?

Sturm und Drang: Il passaggio da sud-ovest

Cimitero della Certosa (Bologna, agosto 2022)

Sognare i morti è come tornare indietro nel tempo, questo quando li si sogna al passato. Ma quando i morti si inseriscono nel presente, allora il sogno svanisce e la realtà si mischia irreparabilmente a ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato.

Ci sono cimiteri per i morti e ci sono cimiteri per le cose che non abbiamo mai detto o fatto.

Nei primi cimiteri andremo alla fine dei nostri giorni, nei secondi ci finiamo ogni maledetta notte…

I più fortunati rimangono gli idioti che vivono senza rendersi mai conto di nulla, la cui morte sarà solo una parentesi nel vuoto cosmico delle loro esistenze.

“È meglio essere infelici, ma sapere, piuttosto che vivere felici… in una sciocca incoscienza.” (Fëdor Dostoevskij)

Sturm und Drang: Tre viaggi

I viaggi sono principalmente di tre tipi: quelli programmati, quelli obbligati e quelli inaspettati.

Il viaggio programmato ci porta a percorrere una strada scelta da noi, il che non esclude la possibilità di trovarvi delle sorprese o di fare incontri casuali. E’ in ogni caso un sentiero che noi abbiamo scelto e quindi il nostro animo è ben predisposto a seguirlo.

Il viaggio obbligato è un qualcosa a cui siamo costretti da qualcuno o da qualcosa… è un atto di violenza più o meno marcata, è qualcosa che ci obbliga a percorrere un sentiero che forse non avremmo scelto di seguire. Ma non possiamo esimerci… non possiamo dire di no!

Il viaggio inaspettato arriva come un fulmine a ciel sereno, può avere il gusto dell’avventura così come può avere il sapore amaro della disgrazia. Non sappiamo dove ci porterà, non sappiamo che strade seguiremo… eppure arriveremo da qualche parte e scopriremo cose che già sappiamo o cose che ancora non avevamo compreso.

Sapete voi dunque scegliere quale viaggio sia il migliore?

Sturm und Drang: L’alveolo delle risposte

Hanno infinite domande, ma non sono pronti per ricevere le risposte.

La menzogna è la risposta che reputerebbero accettabile.

La menzogna è ciò di cui hanno bisogno.

Esistono risposte che non possono essere comprese da coloro che camminano, dormienti, per il mondo, condannati ad una vita di pura materia, sterile ed informe. Non hanno futuro se non nel passato dei loro ricordi. E quando tutto sarà finito di loro non resterà neppure la polvere della Genesi.

Non esistono risposte per i ciechi, per i sordi e per i muti che si illudono di essere le tre scimmiette sagge del santuario di Toshogu.

Non esistono risposte…

Risposte poi a cosa?

Hai le risposte?

Risposte a chi?

A quando le risposte?

Non esistono risposte…

Eppure dovevo dare delle risposte…

Ma poi risposte a chi?

Rifletti prima di dare delle risposte.

Dai tutte le risposte.

Sempre che vi siano delle risposte…

Ma risposte per chi?

Non esistono risposte…

Forse un giorno avrò le risposte…

Forse un giorno avrai le risposte…

Risposte…

Non esistono risposte…

E se la risposta fosse sempre la stessa? Per ogni cosa.

Con il sudore del tuo volto mangerai il pane;
finché tornerai alla terra,
perché da essa sei stato tratto:
polvere tu sei e in polvere tornerai!.

(Genesi 3,19)

Sturm und Drang: La paura

Se sarà la paura a muovere i nostri passi allora non saremo mai degli esseri liberi.

La paura non deve essere un freno alla costante ricerca della verità.

Quella verità che viene frenata in migliaia di modi diversi dal mondo che ci circonda.

Incatenati da catene invisibili, che imbrigliano la nostra mente e stritolano la nostra anima.

Ci insegnano ad aver paura, ci insegnano a temere, ci insegnano auto flagellazioni talmente subdole da sembrare necessarie.

Se non apriremo gli occhi davanti al mondo che ci circonda cosa resterà di noi?

La verità è come un immenso oceano: blu di giorno e nera di notte.

Respirate la libertà e non abbiate paura delle verità che ancora non conoscete.

Senza paura, di esseri liberi.

Sturm und Drang: Hai una gomma da masticare?

“Hai una gomma da masticare?”

Una luce soffusa illumina il terrazzino quel poco che basta per vedere i nostri visi.

“Ehi? Hai una gomma da masticare oppure no?”

Michael mi guarda con aria enigmatica, continua a fumare la sua sigaretta e mi guarda.
“No, non ce l’ho!” gli rispondo sorridendo.

“E tu ce l’hai un gomma da masticare?” chiede al tizio alla mia sinistra, che poi è la sua destra… non mi ero neppure accorto che fossimo in tre.

“No. Che cavolo ce ne facciamo di gomme da masticare? Stiamo fumando. E’ buio e siamo su un terrazzo in mezzo al nulla.” Danny pare contrariato.

“Ragazzi calmi… stiamo solo fumando una sigaretta tra amici.” cerco di calmare gli animi.
“Che cazzo, ma io la volevo una gomma da masticare.” insiste Michael.

Dal buio un ombra ci porge un vassoio. Si distingue solo un braccio e la mano e il vassoio. Niente altro. Niente corpo. Niente viso. Niente voce. Solo un pacchetto di gomme da masticare sul vassoio.
“Ragazzi… vi ho mai spiegato l’importanza delle gomme da masticare?” chiede Michael.
“Ecco che ricomincia.” sbuffa Danny.
“Si Michael, ce l’hai raccontata mille volte!” ridacchio io.

MI SVEGLIO… MICHAEL IO STA STORIA NON L’HO MAI SENTITA…

CHIAMAMI E RACCONTAMELA.

Sturm und Drang: Das blut ist leben 

Nel sangue e nelle radici troviamo l’armonia della nostra natura, nel rinnovato legame col mondo antico rinasciamo e diventiamo portatori di luce eterna. Illuminiamo il cammino con la nostra luce interiore, cantando le canzoni dei nostri avi e dei popoli che furono.

Custodi eterni dell’antica sapienza e dell’antica storia, raccogliamo le testimonianze divenute leggende e tracciamo su bianche pagine segni a perpetua memoria. Informare, testimoniare, trasmettere… questi i nostri compiti, affinché si recuperi l’autentica essenza dell’umanità.

La verità è lontana dagli affanni di questi tempi meccanici, bisogna saper osservare, saper ascoltare, avere il cuore pronto a grandi balzi e la mente aperta, non al progresso bensì alla conservazione. Anzi… al recupero. Nella forza della tradizione e con l’aiuto degli antichi Dei.