Volksgeist 11/05/24

Il coraggio che va contro l’opportunità militare è stupidità, oppure, se c’è l’insistenza di un comandante, irresponsabilità.

(Erwin Rommel)

Lesungen: Escadrila Albă, le protagoniste

Dopo aver parlato, qualche settimana fa, della Escadrila Albă vediamo oggi qualcosa, in breve, sulle protagoniste di quella squadriglia.

Marina Știrbei

Marina Știrbei,fu l’ideatrice della squadriglia, ma in realtà non prese parte attiva alle missioni. Fu la sesta donna a prendere il brevetto di volo in Romania, nel 1935. Era una principessa valacca e dopo la guerra le furono confiscati tutti i beni e dovette riparare all’estero con l’aiuto della Croce Rossa (prima in Inghilterra e definitivamente in Francia). Morì nel 2001.

Victoria Pokol, famosa per le sue capacità di volo acrobatico, fu l’ottava donna a prendere il brevetto di pilota in Romania. Morì a Bucarest nel 1950 ad appena 47 anni.

Nadia Russo, era nata in Russia, ma si rifugiò in territorio rumeno nel 1918 diventando in seguito una aviatrice. Fece parte della squadriglia sino al 1943, poi venne congedata per motivi di salute. Dopo la guerra venne accusata di spionaggio ed imprigionata sino al 1962. All’uscita dalla prigionia aveva 62 anni e non possedeva più nulla. Lavorò in una fabbrica di imballaggi, ma non abbastanza da assicurarsi la pensione. Morì a Bucarest nel 1988.

Irina Burnaia

Irina Burnaia, è stata la seconda donna a prendere il brevetto di pilota in Romania, nel 1933, era stata anche insegnante di volo in Transnistria ed era una delle figure principali nell’istruzione delle aviatrici della squadriglia. Nel 1935 partecipò ad uno straordinario raid di piloti rumeni che da Bucarest raggiunsero il Lago Vittoria in Africa. Lasciò il paese nel 1948 e per un certo tempo lavorò anche a Beirut. Morì nel 1997 a Ginevra.

Virginia Duțescu, fu la decima donna aviatrice della Romania. Era bravissima nel volo acrobatico ed era un’attiva istruttrice di volo sin dal 1938 a Ploiesti. Partecipò alla squadriglia sino al 1941 quando venne congedata per motivi di salute. Dopo la guerra scappò dalla Romania dopo un periodo di prigionia. Morì nel 1980.

Virginia Thomas, fu l’undicesima aviatrice rumena, durante la guerra portò in salvo 625 feriti ed allo scioglimento della squadriglia continuò ad operare guidando ambulanze della croce rossa. Si sposò con un ufficiale inglese in si trasferì in Gran Bretagna dove morì negli anni ’80.

Mariana Dragescu

Mariana Drăgescu, settima aviatrice della storia rumena, fu attiva sia al servizio dell’Asse che dal 1944 al servizio degli Alleati combattendo per tutta la durata del conflitto. Nel corso della guerra portò in salvo oltre 1.500 feriti. Per un breve tempo dopo la guerra fu istruttrice di volo, poi il regime le tolse definitivamente questa possibilità. Il suo operato è stato riconosciuto e celebrato dal 1989 in poi. E’ morta a Bucarest, il 24 marzo 2013.

Maria Voitec, aveva preso il brevetto di volo nel 1939 perchè il suo sogno era quello un giorno di poter pilotare aerei di linea, morì sfortunatamente il 21 luglio 1940, per la cronaca l’aereo su cui viaggiavano precipitò per un guasto ai comandi, era un Monospar ST–25 no. 1.

Victoria Comșa, fu la quattordicesima aviatrice rumena e morì in un incidente aereo il 21 Luglio 1940.

Maria Adam, divenne pilota nel 1939 a soli vent’anni, ma morì anche lei nell’incidente del 21 Luglio 1940.

Jana Iliescu, amica e collega della Comșa divenne pilota nel 1938 e perì nel medesimo incidente del 21 Luglio 1940.

Smaranda Brăescu

Smaranda Brăescu, la dodicesima aviatrice della Romania era una famosa istruttrice di paracadutismo. Vinse nel 1931 il titolo europeo di paracadutismo con un salto da un’altezza di 6000 metri (superiore al record americano dei 5.384 metri). L’anno dopo stabilì un nuovo record mondiale diventando campionessa mondiale di paracadutismo saltando da 7.400 metri! Partecipò ad alcune missioni della squadriglia e ad altre di ricognizione per differenti unità. La sua avversità al futuro regime comunista la misero in grave pericolo alla fine della guerra, anche se la fama e l’amicizia degli Americani le salvarono la vita, ma fu comunque condannata al carcere dai Russi. Scappò e visse nella clandestinità, sembra che morì nel 1948 e che la sua tomba sia a Cluji (seppellita come Maria Popescu, devo ricordarmelo se mai passerò da lì).

Eliza Vulcu, divenne pilota a soli diciannove anni nel 1941 e rimase in attività durante tutto il conflitto, ritirandosi dall’aviazione nel 1946. Morì nel 1998 a Maramureș.

Maria Nicolae, divenne aviatrice nel 1942 e dopo la chiusura della squadriglia non prese servizio per i Sovietici. Condivise la sorte della prigionia con l’accusa di spionaggio come Nadia Russo. Di lei non si hanno notizie certe.

Stela Huțan, nata nel 1921 e divenuta pilota nel 1942 era la più giovane aviatrice della squadriglia. Prestò servizio sino al 1944. Continuò a volare privatamente sino al 1953 e condusse una vita modesta nella Romania del regime comunista. Morì nel 2010 a Bucarest.

Festa per i 100 anni di Mariana Dragescu nel 2012.

Altro che le eroine di celluloide e facili stereotipi dei tempi nostri…

Volksgeist 22/02/24

Jalta ha diviso il mondo in due riserve di caccia ad uso delle due potenze imperialiste; Russi e Americani sono legati dai trattati firmati a Potsdam. Questa divisione venne stabilita per evitare ulteriori motivi di conflitto tra i due imperialismi. A Jalta e a Potsdam, Stalin impose la sua volontà a due uomini di Stato quasi moribondi, Roosevelt e Churchill. Da allora, la conferenza di Jalta e i trattati di Potsdam hanno forza di legge permanente e sono entrati a far parte del diritto pubblico internazionale.

(Juan Domingo Perón)

Lesungen: Market Garden

La sera del 26 Settembre 1944 terminava con un insuccesso l’offensiva degli Alleati denominata “Market Garden” avente come obiettivo il passaggio del Reno e l’entrata nel territorio tedesco, nonché l’occupazione della maggior parte del territorio olandese in mano ai Tedeschi. Obiettivo ambizioso e non facile da raggiungere.

Dopo lo sbarco in Normandia e la conseguente campagna “veloce” sul suolo di Francia l’alto comando alleato si era persuaso che le forze del Reich fossero ormai battute e che si potesse quindi infliggere loro un colpo fatale sia in termini materiali che mentali. C’erano però molti dissensi tra i generali Alleati sulla pianificazione pratica della nuova missione: da un lato c’erano quelli che ipotizzavano un vasto uso di reparti speciali aviotrasportati (vedi l’inglese Montgomery) dall’altro quelli che avrebbero preferito fare un grande utilizzo dei reparti corazzati (vedi l’americano Patton). Alla fine si arrivò ad un compromesso e a nord si decise di usare le truppe aviotrasportate per catturare i ponti sul Reno, mentre a sud i carri armati si sarebbero fatti largo nel territorio tedesco. L’operazione iniziò ufficialmente il 17 Settembre 1944.

Truppe britanniche in azione

La reazione tedesca allo sbarco dei paracadutisti fu però fulminea (si pensi che in tre ore venne preparato un piano per respingere l’offensiva) e diversi ponti vennero fatti saltare prima dell’arrivo degli Americani e degli Inglesi, questo nonostante l’appoggio dei partigiani olandesi alle operazioni alleate. Gli Inglesi ebbero inoltre diversi problemi con le radiocomunicazioni il che rallentò ulteriormente le operazioni belliche.

Già dal primo giorno tutto cominciò a cospirare contro gli Alleati. Il tempo divenne brutto e questo ritardò nei giorni seguenti i rifornimenti materiali ed umani alle truppe impegnate nell’offensiva. Le truppe tedesche non erano così impreparate come si poteva pensare dopo la campagna di Francia e la tenacia delle divisioni delle Waffen-SS costringeva i soldati ad estenuanti combattimenti. A tutto questo c’era da aggiungere il continuo contrasto improduttivo all’interno del quartier generale alleato.

Truppe tedesche in azione

La sera del 26 Settembre le ultime truppe alleate si ritiravano alle posizioni di partenza. I Tedeschi avevano perso quasi 7.000 uomini, gli Alleati un qualcosa in più, ma le vere perdite le aveva subite il popolo olandese, rimasto bloccato nelle città di maggior scontro tra gli eserciti (come Nimega). Molti storici attribuiscono la maggior parte delle colpe alla testardaggine tattica di Montgomery, ma ancora oggi risulta difficile fare un quadro obiettivo delle colpe. Gli Alleati credevano che la Germania fosse finita… mancavano meno di tre mesi alla offensiva delle Ardenne…