Volksgeist 06/05/24

Che cos’è il cielo? Dove si trova? Il cielo non si trova né sopra né sotto, né a destra né a sinistra; il cielo è esattamente nel centro del petto dell’uomo che ha fede!

(Salvador Dalí)

Gedichte: Un cordiale ospite

Uomini, senza tempo né onore,
esseri pensanti racchiusi in prigioni di cristallo…
cade la pioggia tra gli alberi,
eppure il respiro si leva alto
sino alle sommità delle montagne imponenti.
Il mio pensiero è lì
, fermo,
in quella porzione di mondo
dove il tempo si è fermato e non trascorre mai.
Il tempo è un cordiale ospite…
guardo questo cielo e non potrei immaginarlo diverso,
come questo grande fiume non potrebbe essere diverso…
se chiudo gli occhi rivedo tutto questo
come la fotografia di ciò che dovrebbe essere.

(Francesco Giavaresi)

Pilgerfahrt: La prima intuizione

La prima intuizione è sempre quella giusta. Troppe volte lasciamo che sia il pensiero a distoglierci dalla realtà che percepiamo attorno a noi, restando succubi di decine di ragionamenti inutili, sterili e fuorvianti. E così la prima decisione, quella corretta, viene abbandonata per un diversa, se non sbagliata di sicuro meno corretta. Quello che determina questa situazione è la nostra incapacità di ritenere possibile un evento dopo una brevissima analisi. Eppure al primo sguardo, al primo istante, avevamo scelto in modo corretto.

Come scriveva, giustamente, Friedrich Nietzsche: “La «ragione» è la causa per cui falsifichiamo la testimonianza dei sensi”.

Quanto sarebbe più semplice la nostra esistenza se tornassimo ad essere più simili alla nostra forma primitiva rispetto a quella, cosiddetta, evoluta?

In nessun luogo del pianeta vedo esseri umani realmente liberi. Trovo solo diverse gradazioni di schiavitù che tengono incatenate la vera natura dell’umanità. Offuscati dalla «ragione» i piccoli ominidi cercano di raggiungere libertà velleitarie che non faranno altro che portarli sempre più a fondo, nell’oceano buio dell’inesistenza. E’ inevitabile. O almeno continuerà ad esserlo fintanto che ignoreremo le nostre primissime intuizione durante il giorno.

La miglior prova per rendersene conto è tornare laddove si è fatto un grosso errore tempo prima, sedersi lì e rivivere la primissima sensazione, quella che si è deliberatamente ignorata, dopo di che riflettere su tutti i danni causati da quel semplice errore.

(vista del Cupolone da Via Pietro Pomponazzi, 2017)

Sturm und Drang: Il passaggio da sud-ovest

Cimitero della Certosa (Bologna, agosto 2022)

Sognare i morti è come tornare indietro nel tempo, questo quando li si sogna al passato. Ma quando i morti si inseriscono nel presente, allora il sogno svanisce e la realtà si mischia irreparabilmente a ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato.

Ci sono cimiteri per i morti e ci sono cimiteri per le cose che non abbiamo mai detto o fatto.

Nei primi cimiteri andremo alla fine dei nostri giorni, nei secondi ci finiamo ogni maledetta notte…

I più fortunati rimangono gli idioti che vivono senza rendersi mai conto di nulla, la cui morte sarà solo una parentesi nel vuoto cosmico delle loro esistenze.

“È meglio essere infelici, ma sapere, piuttosto che vivere felici… in una sciocca incoscienza.” (Fëdor Dostoevskij)

Gedichte: Chanson d’automne

Les sanglots longs
Des violons
De l’automne
Blessent mon coeur
D’une langueur
Monotone.

Tout suffocant
Et blême, quand
Sonne l’heure,
Je me souviens
Des jours anciens
Et je pleure;

Et je m’en vais
Au vent mauvais
Qui m’emporte
Deçà, delà,
Pareil à la
Feuille morte.

(Paul Verlaine)

Gedichte: Afară-i toamnă

Afară-i toamnă, frunza ‘mprăştiată,
Iar vântul svârlă ‘n geamuri grele picuri;
Şi tu citeşti scrisori din roase plicuri
Şi într’un ceas gândeşti la viaţa toată.

Pierzându-ţi timpul tău cu dulci nimicuri,
N’ai vrea ca nimeni ‘n uşa ta să bată;
Dar şi mai bine-i, când afară-i sloată,
Să stai visând la foc, de somn să picuri.

Şi eu astfel mă uit din jet de gânduri,
Visez la basmul vechiu al zânei Dochii,
În juru-mi ceaţa creşte rânduri-rânduri;

De odat’aud foşnirea unei rochii,
Un moale pas abia atins de scânduri…
Iar mâni subţiri şi reci mi-acoper ochii.

(Mihai Eminescu)