Kriegsbericht: 21. Juni 1924

Nel buio di una stanza Heinrich Gartner rifletteva sul suo mondo, sulle cose che doveva fare e sui prezzi che continuava a pagare per ignorare se stesso. Ogni missione data era una missione compiuta. Ma ogni missione data era almeno un’altra tacca sul suo conteggio dei morti. Quanti? E quanti ancora? Sembravano non essere mai abbastanza. Tutti giustificati. Ma giustificabili? Solo in caso di vittoria. Ma non ci poteva che essere una vittoria dopo una tremenda sconfitta.

Il senso di solitudine e il silenzio costante delle notti… mischiato alle urla dei defunti, l’odore del sangue e della paura… la puzza dell’umanità terminale. Qualcosa a cui era abituato, ma alla quale rifiutava di piegarsi. Quando sarebbe finita? Sarebbe mai finita? Ci sarebbe stato ancora un cielo blu dopo il cielo rosso sangue?

Forse.

E forse non per lui.

Kriegsbericht: 9. Februar 1924

Dopo tanti anni Heinrich Gartner era consapevole di come le cose cambiassero in modo estremamente veloce. Del resto era abituato ad eseguire gli ordini, ad andare laddove lo mandavano… nulla di diverso dal solito dunque, solo un altro viaggio… solo un’altra partenza… solo un’altra strada da percorrere.

C’era molto fermento in ogni città, dunque cambiava davvero poco tra Leipzig e Berlin, o tra Dresden e München. Controllare il fermento, dirigerlo, gestirlo… incanalarlo in modo sano… verso principi sani… verso un futuro sano. Parole d’ordine ripetute all’infinito come un mantra del lontano oriente.

Salvare la città, salvare la regione, salvare il paese, salvare il continente, salvare il pianeta… andata e ritorno dal mondo dei morti.

Nel silenzio di quella serata nuvolosa Heinrich Gartner guardava fuori dalla finestra, mentre con calma ripuliva la sua pistola. Il futuro era già lì…