Pilgerfahrt: Nepal

Ci sono nazioni della terra che racchiudono al loro interno enormi varietà sia che si parli di gruppi etnici sia che si parli di aspetti prettamente morfologici del territorio. La zona del “sub continente indiano” è già di per se un insieme variegato di situazioni diverse che la natura è venuta a costruire nel corso di millenni di trasformazioni e cambiamenti, in questo panorama le zone di confine tra la Cina e l’India risultano essere tra quelle di maggior fascino ed impatto.

Pensiamo per esempio ad un piccolo stato come può essere il Nepal, il primo impatto ci porta ad affrontare la varietà della sua natura e la maestosità delle sue montagne, si tratta infatti del paese che ospita molte delle montagne più alte della terra, prima tra tutte l’Everest con i suoi 8848 metri di altezza. Si tratta chiaramente di una zona ricca di corsi d’acqua riconducibili in toto al bacino del Gange. Partendo da sud (quindi dal confine indiano) si incontrano pianure, giungle tropicali, colline coltivate ed infine gigantesche montagne. Questo porta il paese ad avere climi diversissimi da una zona all’altra, inoltre la varietà etnica umana che vi si incontra va di pari passo con la varietà morfologica e climatica: si parla di oltre cento gruppi etnici differenti dei quali i maggiori comunque non raggiungono il 20% della popolazione totale del paese. Di pari passo le lingue parlate nel paese sono oltre venti diverse delle quali con valore ufficiale.

Il Nepal è stato una monarchia sino al 2008 dopo di che si è trasformato in una repubblica federale dove uno dei partiti più importanti risulta essere quello Maoista.

Deep Space 19: Olympus Mons

Il monte Everest è la montagna più alta del nostro pianeta e si eleva per ben 8.848,86 metri sopra al livello del mare. E’ imponente, magnifico, pericoloso ed al contempo affascinante. Eppure non è il monte più alto del nostro sistema solare. Il primato è detenuto dall’imponente Olympus Mons, su Marte, il quale si innalza per oltre 27.000 metri… si avete capito bene… si tratta di oltre 27 km! Trovandosi però inserito in una zona depressiva profonda 2.000 metri ne risulta che, rispetto alla superficie di Marte, esso si eleva per “appena” 25 km. La sua base ha un diametro di oltre 600 km e le sue dimensioni lo rendono apprezzabile solo dall’orbita (sia dalla base che dalla cima sarebbe impossibile comprenderne l’imponenza). Essendo comunque più largo che alto ne risulta che la pendenza del monte sia molto lieve.

Olympus Mons è un vulcano a scudo, molto simile a quelli che possiamo trovare alle Hawaii per intenderci, e potrebbe essere ancora parzialmente attivo, ma la questione è dibattuta ed incerta. Si stima che abbia 200 milioni di anni, sarebbe quindi un giovincello nella scala dei tempi geologici di Marte. Nella geografia marziana è parte della regione vulcanica di Tharsis, una zona che contiene diversi vulcani a scudo più piccoli del nostro amico, ma comunque imponenti: Arsia Mons (19 km), Pavonis Mons (14 km) e Ascraeus Mons (18 km)… questi tre sono noti come Tharsis Montes.

Olympus Mons fu osservato per la prima volta da un Italiano, Giovanni Schiaparelli, nel 1877. Durante l’osservazione rimase molto colpito da un particolare bagliore che gli ricordava quello di cima innevata, che chiamò Nix Olympica (Neve dell’Olimpo), quel particolare fenomeno probabilmente era dovuto all’anidride carbonica ghiacciata.